Vai a scuola, prendi dei bei voti, un buon diploma, se sei bravo vai all’università e poi… ti trovi un bel lavoro, lavori per 40 anni (forse) ed infine la meritata pensione (mah)….
In due righe la morte nera… Eppure, quelli della mia generazione hanno visto – in principio – in questa definizione lo scopo della vita. La cosa che mi manda veramente fuori e che anche le generazioni dopo la mia e via via verso le attuali ancora vedono in questo modello una sorta di realizzazione.
La spiegazione ha radici profonde… dobbiamo fare un salto indietro nel tempo fino alla fine del diciannovesimo secolo. Stiamo parlando della rivoluzione industriale, il mondo ha subito un profondo cambiamento passando da un modello economico basato per lo più sull’agricoltura ad un sistema economico basato fortemente sullo sviluppo manifatturiero.
Dai campi alle fabbriche, da un’economia a trazione familiare ad una economia capitalistica basata sugli impianti produttivi. Nel contempo il sistema scolastico adottato si rifaceva al modello Prussiano, solo che anziché l’obiettivo di generare soldati ubbidienti si poneva l’obiettivo di generare dipendenti efficienti. Sappi che il modello scolastico dei giorni d’oggi non è cambiato… Se ti interessa approfondire questo tema puoi fare qualche ricerca su Google, troverai interessanti anche alcune riflessioni dello psichiatra, psicoterapeuta ed antropologo Claudio Naranjo che afferma che il sistema scolastico non è stato pensato per favorire lo sviluppo dell’uomo. In pratica il sistema scolastico prepara i dipendenti del domani ad essere “sfruttati” sentendosi felici.
Nonostante il meccanismo subisca evidenti inceppamenti, non è infatti cosi semplice oggi trovare un lavoro, portiamo con noi i segni evidenti di credenze che ormai fanno parte del patrimonio genetico… In pratica siamo stati addestrati per cercare un “posto fisso” e non per sviluppare e far crescere i nostri sogni, semplicemente siamo stati programmati per gioire della mediocrità.
I sogni però esistono… altrimenti non si spiegherebbero 132 miliardi di euro spesi in un anno in Italia per giochi come lotto, gratta e vinci lotterie e scommesse… Qualcuno dice: i soldi non fanno la felicità, ma io sinceramente di gente in bolletta stra-felice ne ho vista proprio poca. E allora? che si fa?
Io dico che oggi, se un lavoro non ce l’hai te lo devi inventare. So che sembra un’affermazione forte, ma il punto è che uscire dagli schemi è diventata una necessità imprescindibile. Stiamo vivendo un epoca di grandissimi cambiamenti il più grande di tutti è che siamo passati da una economia di capitali ad una economia di conoscenza, ed oggi le informazioni sono a disposizione di tutti, ciò che manca è il sacrificio, il fare.
Ci sono professioni oggi che solo dieci anni fa non esistevano, ma che necessitano di guardare fuori dal recinto mentale che ci hanno creato. Una di queste opportunità che nel nostro paese è in grande crescita è il network marketing, una professione nuova che non ha barriere di ingresso e che è basata su un modello meritocratico, la differenza la fai tu. Network marketing? Ma sei pazzo? quelle robe li non funzionano, sono solo delle truffe… Non sono d’accordo, prima di trarre giudizi sommari bisogna capire, bisogna ragionare con la propria testa, bisogna informarsi ed in generale – e vale per tutte le cose della vita – non dobbiamo decidere basandoci su opinioni ma sui fatti.
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